tag:blogger.com,1999:blog-29150731279673373202024-03-05T12:30:06.926-08:00kristinfigliadilavrans“Iacent nisi pateant”, le cose d’arte languono se non sono esposte al pubblico Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.comBlogger161125tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-90267448372581834152016-10-10T09:23:00.001-07:002016-10-10T09:26:04.696-07:00Vola alta, parola....poesia alla Isgrò <span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">“Vola alta, parola, cresci in profondità,</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">tocca nadir e zenith della tua significazione,</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">giacché talvolta lo puoi </span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">sogno che la cosa esclami</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">nel buio della mente</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">però non separarti</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">da me, non arrivare,</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">ti prego, a quel celestiale appuntamento</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">da sola, senza il caldo di me</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">o almeno il mio ricordo sii</span><br />
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;">luce, non disabitata trasparenza.</span><br />
<em style="-webkit-text-size-adjust: 100%; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 13px;">La cosa e la sua anima? o la mia e la sua sofferenza?</em><br />
<em style="-webkit-text-size-adjust: 100%; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 13px;"><br /></em>
<em style="-webkit-text-size-adjust: 100%; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 13px;">Mario Luzi</em><br />
<em style="-webkit-text-size-adjust: 100%; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 13px;">Da Per il battesimo dei nostri frammenti</em><br />
<div>
<em><br /></em></div>
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;"><br /></span>
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2d49g2XBB1nZvRMxA2xyqMPbky2YfSV3YaQo4JWDTTPhukfwGWxxY3i9N77_i7gLm-JjJTIFMqRnTKx4eSSAYTpiX6Quvq6xW6CPHoi4BpNKeC36HVSyO9K16y8uNh9i8ELE0aT7jdViM/s1600/P3300125.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2d49g2XBB1nZvRMxA2xyqMPbky2YfSV3YaQo4JWDTTPhukfwGWxxY3i9N77_i7gLm-JjJTIFMqRnTKx4eSSAYTpiX6Quvq6xW6CPHoi4BpNKeC36HVSyO9K16y8uNh9i8ELE0aT7jdViM/s320/P3300125.JPG" width="320" /></a></div>
<em style="-webkit-text-size-adjust: 100%; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 13px;">La cosa e la sua anima? o la mia e la sua sofferenza?</em><br />
<div style="-webkit-text-size-adjust: 100%; clear: none; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16pt; margin-bottom: 2em; margin-top: 1em; padding: 0px 2em 0px 0px;">
<strong>Mario Luzi</strong></div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: 100%; clear: none; font-family: 'Open Sans', sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16pt; margin-bottom: 2em; margin-top: 1em; padding: 0px 2em 0px 0px;">
(da <em>Per il battesimo dei nostri frammenti</em>)</div>
<span style="background-color: #f1f3f2; font-family: "raleway" , sans-serif; font-size: 16px;"><br /></span>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-87149296517217211472016-06-07T12:01:00.000-07:002016-06-07T12:01:15.987-07:00Il primo sguardo dalla finestra al mattino Il primo sguardo dalla finestra al mattino<br />
il vecchio libro ritrovato<br />
volti entusiasti neve, il mutare delle stagioni<br />
il giornale<br />
il cane<br />
la dialettica<br />
fare la doccia,<br />
nuotare<br />
musica antica<br />
scarpe comode<br />
capire<br />
musica moderna<br />
scrivere,<br />
piantare<br />
viaggiare<br />
cantare<br />
essere gentili.<br />
<br />
Bertolt Brecht, Piaceri Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-15931186816598630612016-06-06T09:00:00.000-07:002016-06-06T09:00:17.270-07:00La cultura secondo Hannah Arendt
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Verdana",sans-serif; font-size: 14pt;">“La
cultura, parola e concetto, è d’origine romana”, sottolinea Hannah Arendt.
Cultura deriva da colere, verbo, come pure il sostantivo, rinviano al
“commercio dell’uomo con la natura”. Indicano la cura dei campi, dell’orto, del
bestiame. La cultura, è innanzitutto l’agricoltura. Da lì il senso si è esteso
per metafora. “Non tutti i campi che si coltivano danno frutti”, scrive
Cicerone.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Verdana",sans-serif; font-size: 14pt;">Allo
stesso modo, non tutte le menti coltivate hanno dato frutti. Per restare sulla
stessa immagine, un campo, per quanto fertile, non può essere produttivo senza
cultura, e lo stesso vale per l’anima senza educazione, tant’è vero che ognuno
dei due fattori della produzione in assenza dell’altro è impotente. La cultura
dell’anima però la filosofia, che strappa i vizi dalle radici, prepara animi a
ricevere le sementi e a essi affida, anzi in essi semina ciò che, una volta
arrivato a maturazione, darà raccolti più ricchi”.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; mso-layout-grid-align: none; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Verdana",sans-serif;"><o:p> </o:p></span></div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-83954232734597587212015-12-20T14:32:00.000-08:002015-12-20T14:32:54.351-08:00 "Kristin Lavransdatter": l’arte di un cuore innamorato della realtà Liv Ullmann, Attrice e Regista<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; text-align: justify;">
Voglio ora raccontarvi brevemente l’esperienza creativa che ho avuto realizzando il film <i>Kristin figlia di Lavrans</i>, il mio secondo film. Credo sia il racconto più meraviglioso mai raccontato nella lingua norvegese, una storia d’amore veramente bellissima. È una storia di passione, passione tra genitori e tra genitori e figli, passione tra persone di mezza età, passione tra tutte queste persone e le forze della natura, ed anche la passione che si scatena tra le persone e il Signore. Volevo riuscire a far entrare tutti questi elementi nella realizzazione del mio film e via via che scrivevo la sceneggiatura veniva fuori praticamente un film di quattordici ore, ed infatti quando ho finito le riprese, il film risultava cinque ore, quando in Norvegia il record era di tre ore e dieci minuti.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; text-align: justify;">
Più della metà della popolazione norvegese si è recata a vedere questo film, e di ciò sono molto contenta; purtroppo, un film così lungo è difficile da trasmettere, e quindi da vendere anche ad altri paesi. Per questo, i produttori mi hanno detto di editarlo nella versione che avete voi nelle vostre mani, la cui durata è di due ore e mezza. Ho dovuto cambiare la sceneggiatura con questa nuova esigenza, sottolineando altri aspetti, anche se non ho mai eliminato il concetto della passione per Dio e della passione tra gli anziani e i giovani cristiani.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; text-align: justify;">
Gli attori provengono tutti dall’ambiente teatrale: le persone che interpretano gli anziani o i genitori non erano mai riusciti ad interpretare dei film in Norvegia, cosa che è molto triste data la loro bravura. L’interprete di Kristin è invece una debuttante, ed ha avuto molto successo.</div>
<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; text-align: justify;">
Perché ho scelto di fare un film ambientato nel Medioevo? Sigrid Undset disse che i tempi cambieranno, ma non i cuori degli esseri umani, che non cambiano mai. Tante volte, quando vediamo qualche cosa che ci sembra così lontano da noi e dalla nostra realtà, riusciamo a coglierne meglio la verità.</div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-1409847501034828632015-12-03T11:09:00.000-08:002015-12-03T11:43:57.195-08:00<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-zdIKuB0vxoY/VmCbU8uv53I/AAAAAAAAFbg/P6SqMuKY9EY/s1600/etty.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-zdIKuB0vxoY/VmCbU8uv53I/AAAAAAAAFbg/P6SqMuKY9EY/s1600/etty.png" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<strong><em>Etty Hillesum</em></strong></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<strong><em></em></strong> </div>
<span style="font-size: small;"><em> "Amo così tanto gli altri perché amo in ognuno un pezzetto di te, mio Dio. Ti cerco in tutti gli uomini e spesso trovo in loro qualcosa di te"</em>. </span></div>
<div>
<span style="font-size: small;"><br /><em> «a ogni nuovo orrore o crimine dobbiamo opporre un nuovo frammento di verità e di bontà che abbiamo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire, ma non dobbiamo soccombere ».</em></span> </div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-5418873347513721252015-05-24T07:37:00.000-07:002015-05-24T07:39:33.530-07:00Oggi festa di Maria Ausiatrice e la Madonna di Sheshan <div style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); -webkit-text-size-adjust: 100%; color: #663300; font-family: sans-serif; font-size: 16px; line-height: 20px;">
<span style="color: yellow;">Papa Francesco udienza mercoledì 22 maggio 2013 Facendo nostre alcune parole della preghiera alla Madonna di Sheshan, vorrei insieme con voi invocare Maria così: “Nostra Signora di Sheshan, sostieni l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù”.</span></div>
<div style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); -webkit-text-size-adjust: 100%; color: #663300; font-family: sans-serif; font-size: 16px; line-height: 20px;">
<span style="color: yellow;">Maria, Vergine fedele, sostenga i cattolici cinesi, renda i loro non facili impegni sempre più preziosi agli occhi del Signore, e faccia crescere l’affetto e la partecipazione della Chiesa che è in Cina al cammino della Chiesa universale.</span></div>
<div style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); -webkit-text-size-adjust: 100%; color: #663300; font-family: sans-serif; font-size: 16px; line-height: 20px;">
<br /></div>
<div style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); -webkit-text-size-adjust: 100%; color: #663300; font-family: sans-serif; font-size: 16px; line-height: 20px;">
<img src="webkit-fake-url://59efc90e-974f-4cb9-b12a-f458ce565098/imagejpeg" /></div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-52238551035933522922015-02-12T14:36:00.004-08:002015-02-12T14:36:57.742-08:00Paradossi Chestertoniani<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">"Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."<br />Sentito e letto negli anni '90 da "Il bello del brutto" o più conosciuto Eretici. Primo e indelebile e sempre più vero paradosso del Nostro Gilbert</span>Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-20906720971462947192015-02-09T14:34:00.002-08:002015-02-09T14:37:18.536-08:00Hildegard von Bingen<div style="text-align: start;">
<b style="text-align: justify;"><i style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">"...O uomo, guarda l'uomo, egli contiene in sé il cielo e le altre creature; è una forma e in lui tutte le cose sono implicite..." </i></b></div>
<div style="text-align: start;">
<img src="webkit-fake-url://EACF7301-D84C-4D5F-A133-C9F85A7B4F45/imagejpeg" /></div>
<div style="text-align: start;">
<img src="webkit-fake-url://1D0D5B09-B943-41C3-9EB6-3B366738A772/imagejpeg" /></div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-19766982849731823292014-12-13T06:25:00.002-08:002014-12-13T06:25:29.969-08:00Gilbert per tutti...<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span style="margin: 0px; padding: 0px;">...la religione del carpe diem non è la religione di persone felici, bensì di persone molto infelici. La grande gioia non coglie i boccioli di rosa finché può; i suoi occhi sono fissati sulla rosa immortale che Dante poté vedere. La grande gioia ha in sé il senso dell'immortalità...</span></span>Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-33505123391820975982014-11-23T15:12:00.002-08:002014-11-23T15:22:15.178-08:00Visita alla mostra napoletana Tanzio da Varallo incontra Caravaggio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-if036uu47RU/VHJki1vnXxI/AAAAAAAAFSg/0ktWdEM-woc/s1600/20141116-0010.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-if036uu47RU/VHJki1vnXxI/AAAAAAAAFSg/0ktWdEM-woc/s1600/20141116-0010.jpeg" height="239" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
la curatrice della mostra Cristina Terzaghi </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-fz8kJvfej2A/VHJlBcvgPCI/AAAAAAAAFS0/Fi6ma7dK4wU/s1600/20141116-0008.jpeg" height="320" width="240" /></div>
<br />
<br />
particolari del quadro di Antonio D'Enrico detto Tanzio da Varallo <em>San Carlo comunica gli appestati</em><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-85iXFbs9LTI/VHJlVpGLgOI/AAAAAAAAFTE/jCMKEoJntB0/s1600/PB160060.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-85iXFbs9LTI/VHJlVpGLgOI/AAAAAAAAFTE/jCMKEoJntB0/s1600/PB160060.JPG" height="320" width="240" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zZOss4_F23Y/VHJlexyTE7I/AAAAAAAAFTU/sZ43_vKJ9Aw/s1600/falena%2BTanzio.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><br /></div>
<br />
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zZOss4_F23Y/VHJlexyTE7I/AAAAAAAAFTU/sZ43_vKJ9Aw/s1600/falena%2BTanzio.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"></a><br />
<div style="text-align: left;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zZOss4_F23Y/VHJlexyTE7I/AAAAAAAAFTU/sZ43_vKJ9Aw/s1600/falena%2BTanzio.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"> </a></div>
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zZOss4_F23Y/VHJlexyTE7I/AAAAAAAAFTU/sZ43_vKJ9Aw/s1600/falena%2BTanzio.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
<br />
</a><div style="text-align: left;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zZOss4_F23Y/VHJlexyTE7I/AAAAAAAAFTU/sZ43_vKJ9Aw/s1600/falena%2BTanzio.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">Caravaggio Il martirio di S. Orsola</a></div>
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zZOss4_F23Y/VHJlexyTE7I/AAAAAAAAFTU/sZ43_vKJ9Aw/s1600/falena%2BTanzio.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;">
</a><br />
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-zZOss4_F23Y/VHJlexyTE7I/AAAAAAAAFTU/sZ43_vKJ9Aw/s1600/falena%2BTanzio.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"> </a><br />
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-45721NWKUx4/VHJlciM4xfI/AAAAAAAAFTM/8igF2SrvamU/s1600/PB160064.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-45721NWKUx4/VHJlciM4xfI/AAAAAAAAFTM/8igF2SrvamU/s1600/PB160064.JPG" height="235" width="320" /></a><br />
<br />
<br />Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-15325948251231847652014-11-18T17:45:00.001-08:002014-11-18T17:57:09.301-08:00Peguy vero umanista...vedi art. di Alain Finkielcraut <a href="http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/Peguy-vero-umanista.aspx">http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/Peguy-vero-umanista.aspx</a><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Ok-XjaKBvug/VGv3wT37KeI/AAAAAAAAFQo/7B-sCLVR9tk/s1600/PB160054.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Ok-XjaKBvug/VGv3wT37KeI/AAAAAAAAFQo/7B-sCLVR9tk/s1600/PB160054.JPG" height="320" width="240" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
particolare di san Francesco D'Assisi riceve le stimmate, quadro di Carlo Sellitto 1611-1612<br />
attualmente esposto nella mostra "Tanzio da Varallo incontra Caravaggio" a Napoli<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/Peguy-vero-umanista.aspx"></a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/Peguy-vero-umanista.aspx"></a><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-68452284883437016232014-11-18T15:55:00.000-08:002014-11-18T17:14:59.828-08:00La carità in azione...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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Le sette opere di Misericordia di Caravaggio o Madonna della Misericordia prima opera napoletana del pittore lombardo realizzata presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli</div>
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-PQI7Xd6J4II/VGvCs3YNl3I/AAAAAAAAFM0/iodglDw_vA8/s1600/PB150003.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-PQI7Xd6J4II/VGvCs3YNl3I/AAAAAAAAFM0/iodglDw_vA8/s1600/PB150003.JPG" height="320" width="240" /></a></div>
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Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-15401461230740732732014-09-23T09:30:00.001-07:002014-09-23T09:30:06.835-07:00«Senza cuore, senza che tu abbia cuore, senza che ti conservi il cuore che ti è stato dato, senza cuore Dio non può far nulla». <h2 class="tit_h fs120 line23">
La lotta tra Io e potere secondo don Giussani</h2>
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<strong>di Julián Carrón</strong></div>
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<em>22/09/2014 - Da "la Repubblica" del 22 settembre 2014, estratti dalla prefazione di don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, al libro di don Luigi Giussani, "In cammino" (Bur)</em> </div>
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<a href="http://3.bp.blogspot.com/-4MxZNS7Fw1M/VCGf81mlv-I/AAAAAAAAFKs/9Iux_AH60Ms/s1600/43298.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-4MxZNS7Fw1M/VCGf81mlv-I/AAAAAAAAFKs/9Iux_AH60Ms/s1600/43298.png" /></a></div>
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<strong>«Il supremo ostacolo al cammino nostro di uomini è la “trascuratezza” dell’io.</strong> Il primo punto, allora, di un cammino umano è l’interesse per il proprio io, per la propria persona. Un interesse che sembrerebbe ovvio, mentre non lo è per nulla: basta guardare al nostro quotidiano comportamento per vedere quali immani squarci di vuoto della coscienza e di sperdutezza della memoria lo qualificano». Don Giussani è imprevedibile. Chi di noi avrebbe mai detto che il supremo ostacolo al nostro cammino di uomini è la trascuratezza dell’io? A noi tutto il resto sembra più importante di questo. E proprio tale constatazione mostra fino a che punto si è oscurata in noi la percezione del nostro io. Lo affermava nel 1992 don Giussani, identificando in questo oscuramento il segno di una “età barbarica” che avanzava (oggi possiamo riconoscere con più evidenza di dati quanto avesse visto giusto): «Dietro la sempre più fragile maschera della parola “io” c’è oggi <em>una grande confusione</em>». La conseguenza è davanti agli occhi di tutti: «Nessuna disumanità è più grande che far scomparire l’io: è precisamente questa la disumanità del nostro tempo». <br /><br /><strong>In questa situazione tutto sembrerebbe perduto. </strong>Ma lo sguardo di don Giussani è diverso. Riesce a vedere nell’io un germoglio che gli altri non vedono. Egli, infatti, ci aiuta a riconoscere che anche in questo contesto resta intatta nell’io, pur così confuso, l’attesa di salvezza, «come dice Adorno; l’uomo attende dalla verità delle cose, comunque la si concepisca, che emerga, nonostante tutto, dentro l’apparenza, oltre essa, l’immagine della salvezza. L’attesa della salvezza è inevitabile». <br /><br /><strong>Ma da dove può venire questa salvezza? </strong>Con molto realismo sulla natura sterminata del nostro bisogno, don Giussani invita a riconoscere che «questa salvezza non può nascere da noi, non può essere inventata da noi, né da noi singoli né da tutti insieme. Da dove può venire, allora? «È <em>solo un avvenimento</em> che può rendere chiaro e consistente l’io nei suoi fattori costitutivi. È questo un paradosso che nessuna filosofia e nessuna teoria - sociologica o politica - riesce a tollerare: che sia un avvenimento, non un’analisi, non una registrazione di sentimenti, il catalizzatore che permette ai fattori del nostro io di venire a galla con chiarezza e di comporsi ai nostri occhi, davanti alla nostra coscienza, con limpidità ferma, duratura, stabile». <br /><br /><strong>«Immaginiamoci Andrea e Giovanni,</strong> due pescatori rotti alla fatica, senza fantasie eccessive, immaginiamoli mentre vanno con Lui, prima mentre Lo seguono taciti e poi quando vanno con Lui fino a casa Sua: guardandoLo sentivano se stessi, non erano più loro, non erano più quello che erano la sera precedente, non erano più quello che erano la mattina quando sono partiti da casa. Se uno li avesse presi due giorni prima e avesse detto: “Giovanni e Andrea, pensate al vostro io, pensate alla vostra persona”, avrebbero detto: “Beh, speriamo di prendere tanti pesci stanotte, speriamo che mia moglie guarisca, speriamo che i figli crescano bene”, ma non avrebbero mai pensato a quello che hanno sentito; vedendo quell’uomo hanno sentito loro stessi». <br /><br /><strong>Come vediamo, l’avvenimento ha la forma di un incontro umano alla portata di ciascuno.</strong> È un incontro che ridesta l’io dalla sua trascuratezza. Per questo dice don Giussani: «L’incontro risuscita la personalità, fa percepire o ripercepire, fa scoprire il senso della propria dignità. E siccome la personalità umana è composta di intelligenza e di affettività o libertà, in quell’incontro l’intelligenza si desta in una curiosità nuova, in una volontà di verità nuova, in un desiderio di sincerità nuova, in un desiderio di conoscere com’è veramente la realtà, e l’io incomincia a fremere di un’affezione all’esistente, alla vita, a sé, agli altri, che prima non aveva». <br /><br /><strong>Ma c’è un inconveniente,</strong> direbbe don Giussani: questo avvenimento così pieno di conseguenze deve essere riconosciuto. «Occorre un io che lo accolga». Ma che cosa spinge l’uomo a accoglierlo? Il cuore, la cosa più trascurata eppure più decisiva per fare un cammino umano: «Senza cuore, senza che tu abbia cuore, senza che ti conservi il cuore che ti è stato dato, senza cuore Dio non può far nulla». <br /><br /><strong>Perché questa insistenza sull’io? </strong>Perché essere se stessi è l’unica risorsa per frenare l’invadenza del potere. Di fronte al tentativo di spostare l’attenzione sull’azione dell’io nella società, don Giussani ci corregge. «L’unica risorsa che ci resta è una ripresa potente del senso cristiano dell’io. Dico del senso “cristiano” non per un preconcetto, ma perché è solo, di fatto, la concezione che Cristo ha della persona umana, dell’io, che spiega tutti i fattori che noi sentiamo irruenti dentro di noi, emergere in noi, per cui nessun potere potrà schiacciare l’io come tale, impedire all’io di essere io». <br /><br /><strong>Ma che cosa fa riprendere l’io quando si smarrisce?</strong> Ecco la risposta di Giussani: «Solo la compagnia tra noi può sostenere lo sforzo, il rischio, il coraggio del singolo. Ma una compagnia che tutta quanta si esaurisca nel sostenere la ripresa del singolo non può esserci, non può essere trovata tra gli uomini, tra gli uomini soli. Occorre la presenza di un Altro, di un uomo che è più che uomo: Dio venuto in questo mondo per coagulare questa solidarietà che rafforzi e renda capace di riprendere continuamente la via al vero e al bene attraverso una fatica comune». <br /><br /><strong>Perciò quello che definisce la compagnia cristiana è la «memoria» di quel fatto.</strong> Nessuna rete di protezione, nessun parafulmine o riparo dai temporali della vita. Al contrario, «essere in compagnia significa non lasciarsi fermare di fronte a nessuna negatività, a nessuna negazione, ma anche a nessun sacrificio, a nessuna fatica; e la protensione, la voglia del più grande, del più vero, diventa più importante di qualsiasi altra cosa». <br /><br />(<em>Questo testo è un estratto della prefazione a</em> In cammino di Luigi Giussani)</div>
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Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-25093332554218177732014-04-20T16:40:00.000-07:002014-09-23T10:11:47.818-07:00Preghiera e meditazione di Papa Benedetto XVI<span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;"><span class="bold" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0); margin: 0px; padding: 0px;">PREGHIERA</span><span class="text31145347776206" style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0); font-weight: normal; margin: 0px; padding: 0px;"> </span><img alt="La resurrezione" src="http://www.30giorni.it/upload/articoli_immagini_interne/1145540516723.jpg" style="float: right; font-weight: normal; margin: 0px; padding: 0px;" /><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="text31145347776206" style="font-weight: normal; margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="font-weight: normal; margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="font-weight: normal; margin: 0px; padding: 0px;">Signore Gesù Cristo, nell’oscurità della morte Tu hai fatto luce; nell’abisso della solitudine più profonda abita ormai per sempre la protezione potente del Tuo amore; in mezzo al Tuo nascondimento possiamo ormai cantare l’alleluia dei salvati. Concedici l’umile semplicità della fede, che non si lascia fuorviare quando Tu ci chiami nelle ore del buio, dell’abbandono, quando tutto sembra apparire problematico; concedici, in questo tempo nel quale attorno a Te si combatte una lotta mortale, luce sufficiente per non perderti; luce sufficiente perché noi possiamo darne a quanti ne hanno ancora più bisogno. Fai brillare il mistero della Tua gioia pasquale, come aurora del mattino, nei nostri giorni; concedici di poter essere veramente uomini pasquali in mezzo al Sabato santo della storia. Concedici che attraverso i giorni luminosi e oscuri di questo tempo possiamo sempre con animo lieto trovarci in cammino verso la Tua gloria futura. </span></span></span><br />
<div>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Amen. </span></div>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"></span>Tratto da n. 3/2006 30GIORNI<br />
<a name='more'></a><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br /></span>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;"><br /></span></span>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;"><span style="font-weight: normal;">In queste pagine, miniature tratte dall’evangeliario dell’inizio del XIII secolo conservato nell’abbazia benedettina di Groß Sankt Martin a Colonia: la deposizione.</span></span></span>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;"><br /></span></span>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;">PRIMA MEDITAZIONE</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"> </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text11145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">C</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">on sempre maggior insistenza si sente parlare nel nostro tempo della morte di Dio. Per la prima volta, in Jean Paul, si tratta solo di un sogno da incubo: Gesù morto annuncia ai morti, dal tetto del mondo, che nel suo viaggio nell’aldilà non ha trovato nulla, né cielo, né Dio misericordioso, ma solo il nulla infinito, il silenzio del vuoto spalancato. Si tratta ancora di un sogno orribile che viene messo da parte, gemendo nel risveglio, come un sogno appunto, anche se non si riuscirà mai a cancellare l’angoscia subita, che stava sempre in agguato, cupa, nel fondo dell’anima. Un secolo dopo, in Nietzsche, è una serietà mortale che si esprime in un grido stridulo di terrore: «Dio è morto! Dio rimane morto! E noi lo abbiamo ucciso!». Cinquant’anni dopo, se ne parla con distacco accademico e ci si prepara a una “teologia dopo la morte di Dio”, ci si guarda intorno per vedere come poter continuare e si incoraggiano gli uomini a prepararsi a prendere il posto di Dio. Il mistero terribile del Sabato santo, il suo abisso di silenzio, ha acquistato quindi nel nostro tempo una realtà schiacciante. Giacché questo è il Sabato santo: giorno del nascondimento di Dio, giorno di quel paradosso inaudito che noi esprimiamo nel Credo con le parole «disceso agli inferi», disceso dentro il mistero della morte. Il Venerdì santo potevamo ancora guardare il trafitto. Il Sabato santo è vuoto, la pesante pietra del sepolcro nuovo copre il defunto, tutto è passato, la fede sembra essere definitivamente smascherata come fanatismo. Nessun Dio ha salvato questo Gesù che si atteggiava a Figlio suo. Si può essere tranquilli: i prudenti che prima avevano un po’ titubato nel loro intimo se forse potesse essere diverso, hanno avuto invece ragione. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Sabato santo: giorno della sepoltura di Dio; non è questo in maniera impressionante il nostro giorno? Non comincia il nostro secolo a essere un grande Sabato santo, giorno dell’assenza di Dio, nel quale anche i discepoli hanno un vuoto agghiacciante nel cuore che si allarga sempre di più, e per questo motivo si preparano pieni di vergogna e angoscia al ritorno a casa e si avviano cupi e distrutti nella loro disperazione verso Emmaus, non accorgendosi affatto che colui che era creduto morto è in mezzo a loro? </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Dio è morto e noi lo abbiamo ucciso: ci siamo propriamente accorti che questa frase è presa quasi alla lettera dalla tradizione cristiana e che noi spesso nelle nostre </span><span class="text4" style="margin: 0px; padding: 0px;">viae crucis</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"> abbiamo ripetuto qualcosa di simile senza accorgerci della gravità tremenda di quanto dicevamo? Noi lo abbiamo ucciso, rinchiudendolo nel guscio stantio dei pensieri abitudinari, esiliandolo in una forma di pietà senza contenuto di realtà e perduta nel giro di frasi fatte o di preziosità archeologiche; noi lo abbiamo ucciso attraverso l’ambiguità della nostra vita che ha steso un velo di oscurità anche su di lui: infatti che cosa avrebbe potuto rendere più problematico in questo mondo Dio se non la problematicità della fede e dell’amore dei suoi credenti? </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">L’oscurità divina di questo giorno, di questo secolo che diventa in misura sempre maggiore un Sabato santo, parla alla nostra coscienza. Anche noi abbiamo a che fare con essa. Ma nonostante tutto essa ha in sé qualcosa di consolante. La morte di Dio in Gesù Cristo è nello stesso tempo espressione della sua radicale solidarietà con noi. Il mistero più oscuro della fede è nello stesso tempo il segno più chiaro di una speranza che non ha confini. E ancora una cosa: solo attraverso il fallimento del Venerdì santo, solo attraverso il silenzio di morte del Sabato santo, i discepoli poterono essere portati alla comprensione di ciò che era veramente Gesù e di ciò che il suo messaggio stava a significare in realtà. Dio doveva morire per essi perché potesse realmente vivere in essi. L’immagine che si erano formata di Dio, nella quale avevano tentato di costringerlo, doveva essere distrutta perché essi attraverso le macerie della casa diroccata potessero vedere il cielo, lui stesso, che rimane sempre l’infinitamente più grande. Noi abbiamo bisogno del silenzio di Dio per sperimentare nuovamente l’abisso della sua grandezza e l’abisso del nostro nulla che verrebbe a spalancarsi se non ci fosse lui. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">C’è una scena nel Vangelo che anticipa in maniera straordinaria il silenzio del Sabato santo e appare quindi ancora una volta come il ritratto del nostro momento storico. Cristo dorme in una barca che, sbattuta dalla tempesta, sta per affondare. Il profeta Elia aveva una volta irriso i preti di Baal, che inutilmente invocavano a gran voce il loro dio perché volesse far discendere il fuoco sul sacrificio, esortandoli a gridare più forte, caso mai il loro dio stesse a dormire. Ma Dio non dorme realmente? Lo scherno del profeta non tocca alla fin fine anche i credenti del Dio di Israele che viaggiano con lui in una barca che sta per affondare? Dio sta a dormire mentre le sue cose stanno per affondare, non è questa l’esperienza della nostra vita? La Chiesa, la fede, non assomigliano a una piccola barca che sta per affondare, che lotta inutilmente contro le onde e il vento, mentre Dio è assente? I discepoli gridano nella disperazione estrema e scuotono il Signore per svegliarlo, ma egli si mostra meravigliato e rimprovera la loro poca fede. Ma è diversamente per noi? Quando la tempesta sarà passata, ci accorgeremo di quanto la nostra poca fede fosse carica di stoltezza. E tuttavia, o Signore, non possiamo fare a meno di scuotere te, Dio che stai in silenzio e dormi, e gridarti: svegliati, non vedi che affondiamo? Destati, non lasciar durare in eterno l’oscurità del Sabato santo, lascia cadere un raggio di Pasqua anche sui nostri giorni, accompàgnati a noi quando ci avviamo disperati verso Emmaus perché il nostro cuore possa accendersi alla tua vicinanza. Tu che hai guidato in maniera nascosta le vie di Israele per essere finalmente uomo con gli uomini, non ci lasciare nel buio, non permettere che la tua parola si perda nel gran sciupio di parole di questi tempi. Signore, dacci il tuo aiuto, perché senza di te affonderemo. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Amen. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text21145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span></span><br />
<div style="float: right; margin: 1.5em; padding: 0px; width: 205px;">
<img alt="La crocifissione " src="http://www.30giorni.it/upload/articoli_immagini_interne/1145540516676.jpg" style="float: right; margin: 0px; padding: 0px;" /><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /></span><br />
<div class="didascalia" style="padding: 0px;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">La crocifissione</span></div>
</div>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;">SECONDA MEDITAZIONE </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text11145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">I</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">l nascondimento di Dio in questo mondo costituisce il vero mistero del Sabato santo, mistero accennato già nelle parole enigmatiche secondo cui Gesù è «disceso all’inferno». Nello stesso tempo l’esperienza del nostro tempo ci ha offerto un approccio completamente nuovo al Sabato santo, giacché il nascondimento di Dio nel mondo che gli appartiene e che dovrebbe con mille lingue annunciare il suo nome, l’esperienza dell’impotenza di Dio che è tuttavia l’onnipotente – questa è l’esperienza e la miseria del nostro tempo. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Ma anche se il Sabato santo in tal modo ci si è avvicinato profondamente, anche se noi comprendiamo il Dio del Sabato santo più della manifestazione potente di Dio in mezzo ai tuoni e ai lampi, di cui parla il Vecchio Testamento, rimane tuttavia insoluta la questione di sapere che cosa si intende veramente quando si dice in maniera misteriosa che Gesù «è disceso all’inferno». Diciamolo con tutta chiarezza: nessuno è in grado di spiegarlo veramente. Né diventa più chiaro dicendo che qui inferno è una cattiva traduzione della parola ebraica </span><span class="italic" style="font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px;">shêol</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">, che sta a indicare semplicemente tutto il regno dei morti, e quindi la formula vorrebbe originariamente dire soltanto che Gesù è disceso nella profondità della morte, è realmente morto e ha partecipato all’abisso del nostro destino di morte. Infatti sorge allora la domanda: che cos’è realmente la morte e che cosa accade effettivamente quando si scende nella profondità della morte? Dobbiamo qui porre attenzione al fatto che la morte non è più la stessa cosa dopo che Cristo l’ha subita, dopo che egli l’ha accettata e penetrata, così come la vita, l’essere umano, non sono più la stessa cosa dopo che in Cristo la natura umana poté venire a contatto, e di fatto venne, con l’essere proprio di Dio. Prima la morte era soltanto morte, separazione dal paese dei viventi e, anche se con diversa profondità, qualcosa come “inferno”, lato notturno dell’esistere, buio impenetrabile. Adesso però la morte è anche vita e quando noi oltrepassiamo la glaciale solitudine della soglia della morte, ci incontriamo sempre nuovamente con colui che è la vita, che è voluto divenire il compagno della nostra solitudine ultima e che, nella solitudine mortale della sua angoscia nell’orto degli ulivi e del suo grido sulla croce «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?», è divenuto partecipe delle nostre solitudini. Se un bambino si dovesse avventurare da solo nella notte buia attraverso un bosco, avrebbe paura anche se gli si dimostrasse centinaia di volte che non c’è alcun pericolo. Egli non ha paura di qualcosa di determinato, a cui si può dare un nome, ma nel buio sperimenta l’insicurezza, la condizione di orfano, il carattere sinistro dell’esistenza in sé. Solo una voce umana potrebbe consolarlo; solo la mano di una persona cara potrebbe cacciare via come un brutto sogno l’angoscia. C’è un’angoscia – quella vera, annidata nella profondità delle nostre solitudini – che non può essere superata mediante la ragione, ma solo con la presenza di una persona che ci ama. Quest’angoscia infatti non ha un oggetto a cui si possa dare un nome, ma è solo l’espressione terribile della nostra solitudine ultima. Chi non ha sentito la sensazione spaventosa di questa condizione di abbandono? Chi non avvertirebbe il miracolo santo e consolatore suscitato in questi frangenti da una parola di affetto? Laddove però si ha una solitudine tale che non può essere più raggiunta dalla parola trasformatrice dell’amore, allora noi parliamo di inferno. E noi sappiamo che non pochi uomini del nostro tempo, apparentemente così ottimistico, sono dell’avviso che ogni incontro rimane in superficie, che nessun uomo ha accesso all’ultima e vera profondità dell’altro e che quindi nel fondo ultimo di ogni esistenza giace la disperazione, anzi l’inferno. Jean-Paul Sartre ha espresso questo poeticamente in un suo dramma e nello stesso tempo ha esposto il nucleo della sua dottrina sull’uomo. Una cosa è certa: c’è una notte nel cui buio abbandono non penetra alcuna parola di conforto, una porta che noi dobbiamo oltrepassare in solitudine assoluta: la porta della morte. Tutta l’angoscia di questo mondo è in ultima analisi l’angoscia provocata da questa solitudine. Per questo motivo nel Vecchio Testamento il termine per indicare il regno dei morti era identico a quello con cui si indicava l’inferno: </span><span class="italic" style="font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px;">shêol</span><span class="text3" style="margin: 0px; padding: 0px;">. La morte infatti è solitudine assoluta. Ma quella solitudine che non può essere più illuminata dall’amore, che è talmente profonda che l’amore non può più accedere a essa, è l’inferno. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">«Disceso all’inferno»: questa confessione del Sabato santo sta a significare che Cristo ha oltrepassato la porta della solitudine, che è disceso nel fondo irraggiungibile e insuperabile della nostra condizione di solitudine. Questo sta a significare però che anche nella notte estrema nella quale non penetra alcuna parola, nella quale noi tutti siamo come bambini cacciati via, piangenti, si dà una voce che ci chiama, una mano che ci prende e ci conduce. La solitudine insuperabile dell’uomo è stata superata dal momento che </span><span class="italic" style="font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px;">Egli</span><span class="text3" style="margin: 0px; padding: 0px;"> si è trovato in essa. L’inferno è stato vinto dal momento in cui l’amore è anche entrato nella regione della morte e la terra di nessuno della solitudine è stata abitata da lui. Nella sua profondità l’uomo non vive di pane, ma nell’autenticità del suo essere egli vive per il fatto che è amato e gli è permesso di amare. A partire dal momento in cui nello spazio della morte si dà la presenza dell’amore, allora nella morte penetra la vita: ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata – prega la Chiesa nella liturgia funebre. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Nessuno può misurare in ultima analisi la portata di queste parole: «disceso all’inferno». Ma se una volta ci è dato di avvicinarci all’ora della nostra solitudine ultima, ci sarà permesso di comprendere qualcosa della grande chiarezza di questo mistero buio. Nella certa speranza che in quell’ora di estrema solitudine non saremo soli, possiamo già adesso presagire qualcosa di quello che avverrà. E in mezzo alla nostra protesta contro il buio della morte di Dio cominciamo a diventare grati per la luce che viene a noi proprio da questo buio. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span></span><br />
<div style="float: left; margin: 1.5em; padding: 0px; width: 297px;">
<img alt="La sepoltura" src="http://www.30giorni.it/upload/articoli_immagini_interne/1145540516708.jpg" style="float: left; margin: 0px; padding: 0px;" /><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /></span><br />
<div class="didascalia" style="padding: 0px;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">La sepoltura</span></div>
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<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;">TERZA MEDITAZIONE </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text11145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">N</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">el breviario romano la liturgia del triduo sacro è strutturata con una cura particolare; la Chiesa nella sua preghiera vuole per così dire trasferirci nella realtà della passione del Signore e, al di là delle parole, nel centro spirituale di ciò che è accaduto. Se si volesse tentare di contrassegnare in poche battute la liturgia orante del Sabato santo, allora bisognerebbe soprattutto parlare dell’effetto di pace profonda che traspira da essa. Cristo è penetrato nel nascondimento (</span><span class="italic" style="font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px;">Verborgenheit</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">), ma nello stesso tempo, proprio nel cuore del buio impenetrabile, egli è penetrato nella sicurezza</span><span class="italic" style="font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px;"> </span><span class="text3" style="margin: 0px; padding: 0px;">(</span><span class="italic" style="font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px;">Geborgenheit</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">),</span><span class="italic" style="font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px;"> </span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">anzi egli è diventato la sicurezza ultima. Ormai è diventata vera la parola ardita del salmista: e anche se mi volessi nascondere nell’inferno, anche là sei tu. E quanto più si percorre questa liturgia, tanto più si scorgono brillare in essa, come un’aurora del mattino, le prime luci della Pasqua. Se il Venerdì santo ci pone davanti agli occhi la figura sfigurata del trafitto, la liturgia del Sabato santo si rifà piuttosto all’immagine della croce cara alla Chiesa antica: alla croce circondata da raggi luminosi, segno, allo stesso modo, della morte e della risurrezione. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Il Sabato santo ci rimanda così a un aspetto della pietà cristiana che forse è stato smarrito nel corso dei tempi. Quando noi nella preghiera guardiamo alla croce, vediamo spesso in essa soltanto un segno della passione storica del Signore sul Golgota. L’origine della devozione alla croce è però diversa: i cristiani pregavano rivolti a Oriente per esprimere la loro speranza che Cristo, il sole vero, sarebbe sorto sulla storia, per esprimere quindi la loro fede nel ritorno del Signore. La croce è in un primo tempo legata strettamente con questo </span><span class="italic" style="font-style: italic; margin: 0px; padding: 0px;">orientamento </span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">della preghiera, essa viene rappresentata per così dire come un’insegna che il re inalbererà nella sua venuta; nell’immagine della croce la punta avanzata del corteo è già arrivata in mezzo a coloro che pregano. Per il cristianesimo antico la croce è quindi soprattutto segno della speranza. Essa non implica tanto un riferimento al Signore passato, quanto al Signore che sta per venire. Certo era impossibile sottrarsi alla necessità intrinseca che, con il passare del tempo, lo sguardo si rivolgesse anche all’evento accaduto: contro ogni fuga nello spirituale, contro ogni misconoscimento dell’incarnazione di Dio, occorreva che fosse difesa la prodigalità inimmaginabile dell’amore di Dio che, per amore della misera creatura umana, è diventato egli stesso un uomo, e quale uomo! Occorreva difendere la santa stoltezza dell’amore di Dio che non ha scelto di pronunciare una parola di potenza, ma di percorrere la via dell’impotenza per mettere alla gogna il nostro sogno di potenza e vincerlo dall’interno. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Ma così non abbiamo dimenticato un po’ troppo la connessione tra croce e speranza, l’unità tra l’Oriente e la direzione della croce, tra passato e futuro esistente nel cristianesimo? Lo spirito della speranza che alita sulle preghiere del Sabato santo dovrebbe nuovamente penetrare tutto il nostro essere cristiani. Il cristianesimo non è soltanto una religione del passato, ma, in misura non minore, del futuro; la sua fede è nello stesso tempo speranza, giacché Cristo non è soltanto il morto e il risorto ma anche colui che sta per venire. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">O Signore, illumina le nostre anime con questo mistero della speranza perché riconosciamo la luce che è irraggiata dalla tua croce, concedici che come cristiani procediamo protesi al futuro, incontro al giorno della tua venuta. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Amen. </span></span><br />
<div style="float: right; margin: 1.5em; padding: 0px; width: 207px;">
<img alt="La resurrezione" src="http://www.30giorni.it/upload/articoli_immagini_interne/1145540516723.jpg" style="float: right; margin: 0px; padding: 0px;" /><span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /></span><br />
<div class="didascalia" style="padding: 0px;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">La resurrezione</span></div>
</div>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="bold" style="font-weight: bold; margin: 0px; padding: 0px;">PREGHIERA</span><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"> </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;"></span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Signore Gesù Cristo, nell’oscurità della morte Tu hai fatto luce; nell’abisso della solitudine più profonda abita ormai per sempre la protezione potente del Tuo amore; in mezzo al Tuo nascondimento possiamo ormai cantare l’alleluia dei salvati. Concedici l’umile semplicità della fede, che non si lascia fuorviare quando Tu ci chiami nelle ore del buio, dell’abbandono, quando tutto sembra apparire problematico; concedici, in questo tempo nel quale attorno a Te si combatte una lotta mortale, luce sufficiente per non perderti; luce sufficiente perché noi possiamo darne a quanti ne hanno ancora più bisogno. Fai brillare il mistero della Tua gioia pasquale, come aurora del mattino, nei nostri giorni; concedici di poter essere veramente uomini pasquali in mezzo al Sabato santo della storia. Concedici che attraverso i giorni luminosi e oscuri di questo tempo possiamo sempre con animo lieto trovarci in cammino verso la Tua gloria futura. </span><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><span class="text31145347776206" style="margin: 0px; padding: 0px;">Amen. </span></span>Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-58354700800841911652014-03-27T11:04:00.001-07:002014-09-23T09:38:02.575-07:00Gilbert Keith Chesterton in Cosa c'è di sbagliato nel mondo <span style="color: #ea9999; font-size: large;"><em>"Lo scopo complessivo del matrimonio è combattere e sopravvivere fino al momento in cui l'incompatibilità è fuori discussione. </em></span><br />
<span style="color: #ea9999;"><em><span style="font-size: large;"> Perché uomo e donna, in quanto tali, sono incompatibili</span>.</em> <span style="font-size: large;">"</span></span><br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-j9gctgw8sGs/UzRnQD2NlpI/AAAAAAAAE-0/R5CtiugW-RY/s1600/calle.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-j9gctgw8sGs/UzRnQD2NlpI/AAAAAAAAE-0/R5CtiugW-RY/s1600/calle.JPG" height="254" width="320" /></a></div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-33099800998529401432014-03-01T06:17:00.000-08:002014-09-23T09:39:08.385-07:00Le ultime parole di Chesterton...<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">"Il problema è chiaro. E' tra la luce e le tenebre e ognuno deve scegliersela la sua parte"</span>Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-87729152811827313912014-02-09T14:44:00.000-08:002014-09-23T09:39:30.236-07:00Dono poetico..."Patrik Kavanagh era convinto che il dono poetico consistesse nel vedere e raccontare cose che tutti gli altri devono aspettare e sperare di vedere nell'altra vita"<br />
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Da L'eternità del fango d'aprile di John Waters in Tracce di febbraio<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-a-tGyqWc4f4/UvgFMLYf0fI/AAAAAAAAE-M/FvkC71Mtcb4/s1600/image.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-a-tGyqWc4f4/UvgFMLYf0fI/AAAAAAAAE-M/FvkC71Mtcb4/s1600/image.jpg" height="243" width="320" /></a></div>
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Il mandorlo è il primo albero che precede la fioritura rispetto a tutti gli altri, per questo è detto anche albero sentinella</div>
<img src="webkit-fake-url://6F0B0245-1B26-4E09-91FE-4473C9CDDA43/imagejpeg" />Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-77567948317044490572014-01-31T14:23:00.002-08:002014-09-23T09:39:57.173-07:00San Giovanni Bosco'TUTTO PASSA: CIÒ CHE NON È ETERNO È NIENTE'<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-vnXKvLMV75U/Tl9JOlXwXvI/AAAAAAAAAHA/qus4aPDWo1M/s1600/U973RACA2151ZQCAQFI0UACAXWGIEGCARMY8Z2CAZQH20PCAGWJIL1CAULMJ6BCAW1U4RDCAD17K0NCAEDHL0XCA1XDVP7CA1WDPKWCAE31J99CA28SF0ZCA25KDJICAEHI964CAAJYBR6CA9JAEOM.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-vnXKvLMV75U/Tl9JOlXwXvI/AAAAAAAAAHA/qus4aPDWo1M/s1600/U973RACA2151ZQCAQFI0UACAXWGIEGCARMY8Z2CAZQH20PCAGWJIL1CAULMJ6BCAW1U4RDCAD17K0NCAEDHL0XCA1XDVP7CA1WDPKWCAE31J99CA28SF0ZCA25KDJICAEHI964CAAJYBR6CA9JAEOM.jpg" height="300" width="400" /></a></div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-86266950752806117052014-01-31T14:12:00.002-08:002014-09-23T09:40:27.732-07:00Un modo geniale di vivere con professionalità e leggerezza il lavoro...<div style="-webkit-text-size-adjust: auto; font-family: UICTFontTextStyleBody; font-size: 17px;">
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<a href="http://youtu.be/dPULhic5oUE">http://youtu.be/dPULhic5oUE</a></div>
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Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-36588981257857716292014-01-12T11:22:00.000-08:002014-09-23T09:02:06.533-07:00San Francesco riceve le stimmate<div style="text-align: center;">
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<a href="https://www.blogger.com/" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="https://www.blogger.com/" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><a href="http://4.bp.blogspot.com/-eOHUFcAF6Aw/UtgldXm8xOI/AAAAAAAAE8U/iNKuaZ14z14/s1600/StFrancisWindow.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-eOHUFcAF6Aw/UtgldXm8xOI/AAAAAAAAE8U/iNKuaZ14z14/s1600/StFrancisWindow.jpeg" height="400" width="207" /></a></div>
vetrata della parrocchia di Santa Teresa commissionata da Gilbert Chesterton per sua moglie Francis</div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-83403156540939289562014-01-11T06:03:00.004-08:002014-09-23T09:41:03.221-07:00buon inizio anno <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-JuWqNVtjop0/UtFO5sGLONI/AAAAAAAAEqw/y6eCcH2fTXQ/s1600/960108_10201293900049168_1830945425_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-JuWqNVtjop0/UtFO5sGLONI/AAAAAAAAEqw/y6eCcH2fTXQ/s1600/960108_10201293900049168_1830945425_n.jpg" height="239" width="320" /></a></div>
Alba ad Oslo alle 10 del mattino!Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-41572060769596161892013-11-16T07:13:00.000-08:002013-11-16T07:13:02.183-08:00 la più bella poesia per Gilbert Chesterton...<span style="background-color: #f9f9f9; color: #222222; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.1875px;">... è l'elenco degli oggetti che Robinson Crusoe salva dal relitto della sua nave nel romanzo di Daniel Defoe: "pane, riso, tre forme di cacio olandese, cinque pezzi di carne di capra secca, due seghe, una scure, un martello". Cose concrete, che nella loro essenzialità alludono a infinite concatenazioni di vero". </span><br />
<span style="background-color: #f9f9f9; color: #222222; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.1875px;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-7YxYGyXgugY/UoeKqNg7dFI/AAAAAAAAD_w/CjsLQYMhKJ0/s1600/_46615412_chesterton_190_190x150.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-7YxYGyXgugY/UoeKqNg7dFI/AAAAAAAAD_w/CjsLQYMhKJ0/s1600/_46615412_chesterton_190_190x150.jpeg" /></a></div>
<span style="background-color: #f9f9f9; color: #222222; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.1875px;"> casa Chesterton</span><br />
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<span style="background-color: #f9f9f9; color: #222222; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.1875px;"><br /></span>
<span style="background-color: #f9f9f9; color: #222222; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18.1875px;">dal blog Uomo vivo</span>Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-34348410088713449472013-11-01T09:44:00.002-07:002013-11-01T11:12:20.484-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="http://4.bp.blogspot.com/-Qcicg5z_gss/UnPaP7Esl0I/AAAAAAAAD9E/JTtVeRf2R5g/s1600/001+(1).jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://4.bp.blogspot.com/-Qcicg5z_gss/UnPaP7Esl0I/AAAAAAAAD9E/JTtVeRf2R5g/s400/001+(1).jpg" width="400" /></a></div>
È una buona occasione per leggere o rileggere l'Enciclica LUMEN FIDEI<br />
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http://www.va/holy_father/francesco/encyclicals/documents/papa-francesco_20130629_enciclica-lumen-fidei.it.htmlKris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-61694337651814364212013-10-24T14:54:00.002-07:002014-03-27T11:09:13.802-07:00Les yeux dedicata a mio padre Giovan Battista <h1 style="font-weight: normal; margin: 0px 0px 30px 80px; padding: 0px;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><span style="font-size: large;">Les yeux</span><span style="font-size: small;"> di René-Francois Sully Prudhomme (1839-1907)</span></span></h1>
<div class="last" style="margin-bottom: 30px; margin-left: 80px; padding: 0px;">
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">Bleus ou noirs, tous aimés, tous beaux,<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Des yeux sans nombre ont vu l'aurore ;<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Ils dorment au fond des tombeaux<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Et le soleil se lève encore.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Les nuits plus douces que les jours<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Ont enchanté des yeux sans nombre ;<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Les étoiles brillent toujours<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Et les yeux se sont remplis d'ombre.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Oh ! qu'ils aient perdu le regard,<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Non, non, cela n'est pas possible !<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Ils se sont tournés quelque part<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Vers ce qu'on nomme l'invisible ;<br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Et comme les astres penchants,<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Nous quittent, mais au ciel demeurent,<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Les prunelles ont leurs couchants,<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Mais il n'est pas vrai qu'elles meurent :<br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Bleus ou noirs, tous aimés, tous beaux,<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Ouverts à quelque immense aurore,<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />De l'autre côté des tombeaux<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Les yeux qu'on ferme voient encore.</span><br />
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"><br /></span>
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);">scritto da don Giussani alla madre del giovane amico Luigi morto giovane per un incidente</span><br />
<span style="background-color: rgba(255, 255, 255, 0);"> [tratto dal libro Vita di don Giussani pag. 134]</span></div>
Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2915073127967337320.post-36614542664461597282013-10-08T12:41:00.000-07:002013-10-08T12:41:47.218-07:00c'è una secolarizzazione che fa bene ai cristiani, parola di Kasatkina<br />
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-NFf3FRzVx0s/UlRfnoGngEI/AAAAAAAAD7g/g1osvEkKU8c/s1600/P6230453.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="http://2.bp.blogspot.com/-NFf3FRzVx0s/UlRfnoGngEI/AAAAAAAAD7g/g1osvEkKU8c/s320/P6230453.JPG" width="320" /></a></div>
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<a href="http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2013/10/8/RUSSIA-Kasatkina-c-e-una-secolarizzazione-che-fa-bene-ai-cristiani/433482/">http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2013/10/8/RUSSIA-Kasatkina-c-e-una-secolarizzazione-che-fa-bene-ai-cristiani/433482/</a><br />
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Kris http://www.blogger.com/profile/15727041738283717353noreply@blogger.com0