"Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."

"Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."
Edward Hopper Sole del mattino

martedì 20 dicembre 2011

sulle tracce de "Il potere dei senza potere"


La morte di Václav Havel, il primo presidente della Cecoslovacchia libera dopo la caduta del comunismo, riporta alla memoria una delle sue opere più conosciute in Italia, Il potere dei senza potere, con quell’illuminante descrizione della realtà dei regimi totalitari nell’Europa dell’Est ai tempi della Cortina di ferro. Il libro fu pubblicato per la prima volta in Occidente nel 1979 da Cseo, il Centro Studi Europa Orientale fondato a Forlì da don Francesco Ricci che dalla metà degli anni Sessanta con viaggi e incontri clandestini nell’Est Europa manteneva, fra rischi e difficoltà, i contatti con le realtà vive oltre Cortina.
Le testimonianze di quella vita arrivavano in Occidente di nascosto, celate con vari accorgimenti per sfuggire ai controlli del regime e dei militari delle frontiere. Il testo de Il potere dei senza potere, dattiloscritto su fogli di carta velina diligentemente ripiegati e camuffati in una scatola di specialità boeme, uscì da Praga, dalla cerchia degli amici di Havel, affidato a un occidentale con visto turistico che poté varcare la frontiera e arrivare a Roma da don Karel Skalicky, un sacerdote boemo in esilio che teneva i contatti con le realtà clandestine della Cecoslovacchia. [...]
«Uno spettro terrorizza l’Europa orientale: in Occidente lo chiamano dissenso», sono queste le parole con cui inizia Il potere dei senza potere dove Havel descrive la vita sotto i regimi totalitari, ma indica anche le possibilità reali per il loro cambiamento. La sua voglia di libertà continua ora per costruire una nuova Europa.

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Il miracolo di Havel di Pigi Colognesi

[...] "Havel non era cristiano, ma quando ha dovuto spiegare come mai può accadere che il potere dei senza potere abbatta l’apparentemente invincibile potere del totalitarismo ha usato parole che solo un uomo dalla ragione spalancata poteva trovare. Un anno dopo la caduta del muro Giovanni Paolo II si recò a Praga, cosa che tutti avrebbero reputato impossibile fino a pochi mesi prima. Havel commentò il fatto così: «Non so cosa sia un miracolo. Ma so che quello che stiamo vivendo adesso è un miracolo».
Mentre il meccanismo del potere è noiosamente ripetitivo, il potere dei senza potere vive di miracoli."

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http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2011/12/26/Il-miracolo-di-Havel/2/231220/


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