"Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."

"Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."
Edward Hopper Sole del mattino

Luca Doninelli... cronaca e storia


[…] il mezzo di comunicazione è diventato così pesante da cancellare, o quasi, il proprio contenuto. E non dipende affatto dal mezzo: sia Twitter, sia Facebook, sia i blog, sia la posta elettronica, sia la vecchia cara carta stampata contengono una percentuale sempre crescente di opacità, di resistenza al senso, e quindi alla discussione, alla comunicazione del pensiero, alla collaborazione, all’ascolto. Ma la colpa, sia chiaro, non è affatto di questi mezzi, che sono i diffusori, i megafoni di qualcosa che sta prima. Il problema è l’uso che ci siamo abituati a fare della parola.

Conseguenza di una parola ridotta a potere è che la cronaca ha la pretesa di farsi storia. Chi, per esempio, ha il potere di indicare al mondo quali sono stati i dieci eventi fondamentali della storia ritiene di avere anche il potere di far passare alla storia il proprio giudizio: i posteri raccoglieranno quei dieci fatti, per gli uomini del futuro la storia sarà quella e non un’altra. Chi ha il potere di indicare i cento romanzi imperdibili pensa che le biblioteche si riempiranno di quei cento romanzi, che la gente li leggerà prima di leggerne altri, che gli altri forse non verranno mai nemmeno letti, o magari verranno buttati via, a causa di quei cento lì, ai quali è stato concesso, viceversa, il pass per la sopravvivenza.

Voi mi darete del visionario (che per un romanziere è un complimento), però bisogna che ci domandiamo che cos’è la storia. Il rischio è che, in un modo o nell’altro, anche noi accettiamo la violenza delle parole brandite come un potere da esercitare, e che alla fine anche noi ci abituiamo a pensare che le cose stanno proprio come ci vengono imposte da coloro che ritengono, essendo i cronisti del nostro mondo, di definirne anche la storia.

Ma la storia è un’altra cosa. Non un magazzino di vecchie cronache e di vecchi ricordi, di foto in b/n e di film di repertorio (le mondine, Auschwitz, Pasolini che parla, il crollo delle Twin Towers, il XX congresso del Pcus...) ma la continua, mai scontata riflessione alla quale l’uomo libero non rinuncia per nessuna ragione, e che riguarda il rapporto dell’uomo – del singolo come di un popolo o di una civiltà– con la sua memoria: rapporto che si costituisce non per accumulo ma per un esercizio di fedeltà.

Perché la memoria storica prenda forma, è infatti necessario essere stati ed essere fedeli a qualcosa: a un valore incontrato, a un sacrificio compiuto, ai volti dei testimoni di un’idea di bellezza o di giustizia, e così via. È necessario conservare qualcosa di caro – come le icone nascoste dalle vecchie contadine al tempo delle persecuzioni staliniane – sottraendolo a quel discorso comune, a quel teatro delle parole che vorrebbe occupare ogni millimetro della nostra anima.



http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2012/9/6/Ci-vuole-la-croce/318265/

http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2012/5/31/Cosa-siamo-senza-famiglia-/286165/

http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2012/5/10/La-dittatura-dei-parolai-/2/277177/


 






Giobbe, Manzoni e noi di Luca Doninelli
l'editoriale di martedì 6 settembre 2011


 
http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2011/9/6/Giobbe-Manzoni-e-noi/205055/


 

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