"Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."

"Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."
Edward Hopper Sole del mattino

venerdì 18 gennaio 2013

sulle tracce di Jan Twardowski




"Affrettiamoci ad amare"

Affrettiamoci ad amare gli uomini se ne vanno così presto
e dopo di loro rimangono le scarpe e un telefono muto
solo ciò che importa poco si trascina come una vacca
quello che importa molto avviene all’improvviso
poi un silenzio normale quindi del tutto insopportabile
come una purezza nata semplicemente dalla disperazione
quando pensiamo a qualcuno rimanendo senza di lui

Non essere certo di aver tempo poiché la certezza è incerta
ci toglie la sensibilità così come ogni felicità
arriva simultaneamente come il pathos e l’humor
come due passioni sempre più deboli di una sola
e se ne vanno da qui così veloci tacciono come il tordo in luglio
come un suono un po’ maldestro oppure come un inchino secco
chiudono gli occhi per vedere davvero
nonostante nascere sia un rischio maggiore del morire
amiamo sempre troppo poco e sempre troppo tardi

Non scriverne troppo spesso ma scrivilo una volta per sempre
e sarai come un delfino mite e forte

Affrettiamoci ad amare gli uomini se ne vanno così presto
e quelli che non se ne vanno non sempre ritornano
e parlando dell’amore non si sa mai
se il primo sia l’ultimo o l’ultimo sia il primo


«Dio si è nascosto perché il mondo si vedesse»

Dio si è nascosto perché il mondo si vedesse
se si mostrasse ci sarebbe solo lui
in sua presenza chi oserebbe mai notare la formica
la bella irascibile vespa affaccendata torno torno
il germano verde con le zampe gialle
la pavoncella che depone quattro uova in croce
gli occhi globosi della libellula e i fagioli nei baccelli
nostra madre a tavola che ancora ieri
teneva la tazza per il buffo manico a orecchio
l'abete che non perde le pigne ma le squame
la sofferenza e il piacere ambedue fonti di sapere
i misteri non più piccoli ma sempre diversi
le pietre che ai viandanti mostrano la direzione
l'amore invisibile
non fa schermo di sé

Jan Twardowski


“trasparenza”

Concedimi Signore di non fare schermo
di essere anche mediocre purché trasparente.
perché attraverso me Tu veda l’anatra dal naso piatto
la rapunzia gialla che fiorisce di sera
i petali del papavero sempre quattro dacchè il mondo è mondo
la penna che scrive storto se la mano piange
il male a cui si accompagna un dolore innocente
la strada che in fondo è sempre troppo breve
perché alla fine si veda Te soltanto”.

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