"Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."

"Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto."
Edward Hopper Sole del mattino

venerdì 18 gennaio 2013

sulle tracce di Clemente Rebora

Dall'immagine tesa                                                          
                                                                 
vigilo l'istante

con imminenza di attesa –

e non aspetto nessuno:

nell'ombra accesa

spio il campanello

che impercettibile spande

 un polline di suono –

e non aspetto nessuno:

fra quattro mura

stupefatte di spazio

più che un deserto

non aspetto nessuno:

ma deve venire;

verrà, se resisto,

a sbocciare non visto,

verrà d'improvviso,

quando meno l'avverto:

verrà quasi perdono

di quanto fa morire,

verrà a farmi certo

del suo e mio tesoro,

verrà come ristoro

delle mie e sue pene,

verrà, forse già viene

il suo bisbiglio. 

   


Sacchi a terra per gli occhi
Sacchi a terra per gli occhi
Trincee fonde dei cuori -
L'età cavernicola è in noi.
*
La casa è un ritrovo
in virtù della zuppa -
e quando manca è una zuffa.
*
Ogni affetto è un disagio:
L'uomo un plagio,
La donna un contagio.
*
Anche chi ama ti grava,
Se per sentirsi in due
Si fa guanciale delle ore tue.
*
Qualunque cosa tu dica o faccia
C'è un grido dentro:
Non è per questo, non è per questo!
*
E così tutto rimanda
ad una segreta domanda:
L'atto è un pretesto.
*
Quasi specchiate cristallo
Sta la coscienza spietata
A chi bràncola opaco.
*
Sul viso c'e' un solco
Per dove scorre il pianto:
Ma l'occhio inaridisce se guarda.
*
C'è un cuneo nel cuore,
E non si osa levarlo
Perchè si teme il getto del sangue.
*
Il lavoro ha manico adorno -
E una rapida lama
Per scassinarti il giorno.
*
La fame inghiotte frumento -
Ma poi è paglia che brucia
In un mignolo d'aria.
*
La voglia divora il momento:
Ma dentro fa ingorgo,
La stitichezza è in profondo.
*
La solitudine è vita -
Ma un nodo scorsoio
Agli altri t'impicca.
*
Sì, puoi rizzare alte mura
E un convento in te stesso:
Ma vive l'anima impura
Del mondo che ha in disprezzo.


Tu dici: beata l'acqua
Che non teme di cadere,
E seguendo il pendìo
Sfugge a suo piacere.
*
Così vorresti lontanar le ore
Grevi loro su di te,
E risolvesse il tempo
Ciò che si è sciolto in te.
*
Ma son sì lievi gli uccelli
Per dare peso al volo,
E troppo stanchi i cervelli
Per sollevarsi dal suolo.
*
Eppure la cosa capita
Non redime la cosa sofferta
E la parola senza bacio
Lascia più sole le labbra.
*
Echeggia un mònito immane,
Ma la voce non è presente;
Si ode vagire una culla,
Ma la mamma è assente.
*
Fuga da un vuoto vicino
Verso un luogo lontano
Il trambusto è un inganno;
Tutto è un non fare più in tempo.
*
Il cuor che nell'uomo
Se va in basso è una bomba
Esplode a un ostacolo duro
E fa del presente una tomba.
*
Se tu non issi a bandiera il tuo cuore
Infilzi per te stesso il tricolore,
Se non riveli umanamente il giorno
Fingi una pace che fa guerra al mondo.
*
La giornata d'oggi è sola,
Ha la voce a metà gola;
Le sue avverse mani,
L'una ier l'altra domani,
Tentan sciogliere il tuo nodo
O libertà, che un laccio
Getti come per abbraccio.
*
Ma se opponi resistenza
La vita ti oltrepassa,
Se non hai le mani buche
La vita non ti passa.
*
Nell'imminenza di Dio
La vita fa man bassa
Sulle riserve caduche,
Mentre ciascuno si afferra
A un suo bene che gli grida: addio!

                                                                                                   

SPERANZA



Spera il mare alla sponda onda dietro onda :
Ma giunta, ognuna si infrange, e sprofonda.

Così l’umana speranza s’illude,
E a delusioni giunge infine crude.

Il monte spera mentre ascende al cielo:
E primo è al sole, nel vento e nel gelo.

Tal la speranza in Cristo fa sicuri
Per la croce alla gloria i cuori puri.

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