"Nella grotta di Betlemme la solitudine dell'uomo è vinta, la nostra esistenza non è più abbandonata alle forze impersonali dei processi naturali e storici, la nostra casa può essere costruita sulla roccia: noi possiamo progettare la nostra storia, la storia dell'umanità non nell'utopia ma nella certezza che il Dio di Gesù Cristo è presente e ci accompagna"
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/homilies/2011/documents/hf_ben-xvi_hom_20111215_vespri_it.html
Li ha sfidati, il Papa, quegli universitari romani che stavano ad ascoltarlo nella basilica Vaticana il 15 dicembre. Parlando dell'attesa di Dio, propria dell'Avvento, ha domandato: "L'invito all'attesa di Dio è proprio fuori tempo?". E ancora: "Cosa significa per me il Natale; è davvero importante per la mia esistenza, per la costruzione della società?".
Interrogativi non retorici. Ma Benedetto XVI ha fatto notare subito che ogni tentativo di costruire il mondo senza o contro Dio, e al seguito di ideologie pretenziose, ha finito per ritorcersi contro l'uomo stesso e la sua dignità profonda, fino a fargli perdere la speranza in una edificazione positiva entro la storia, nonché la stima e l'amore verso se stesso.
Interrogativi non retorici. Ma Benedetto XVI ha fatto notare subito che ogni tentativo di costruire il mondo senza o contro Dio, e al seguito di ideologie pretenziose, ha finito per ritorcersi contro l'uomo stesso e la sua dignità profonda, fino a fargli perdere la speranza in una edificazione positiva entro la storia, nonché la stima e l'amore verso se stesso.
Solo l'esperienza di una novità, dell'incontro con questo Dio, può ridare all'uomo il senso vero di se stesso e della storia, e la speranza in un compimento.
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